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L'ALIMENTAZIONE

AVERE CURA DI LUI

Sempre più spesso sentiamo parlare ,sia per i cani che per le persone ,delle intolleranze alimentari o allergie … sembra un po’la nuova forma di “pellagra”  ( diffusissima allergia al mais durante la guerra … i poveri mangiavano solo polenta fino ad intossicarsi con la stessa) dei nostri tempi ma non sempre le dermatiti sono di origine alimentare molti sono i fattori che possono scatenare al nostro piccolo amico problemi di prurito, rossore o vera e propria dermatite.

Il  rapporto tra la dermatite del cane e l’alimentazione,  è una delle questioni più interessanti per i proprietari di cani ma anche, se vogliamo, più fraintese. Spesso, infatti, un proprietario tende a pensare subito ad un problema alimentare quando c’è una patologia di tipo cutaneo. Nella maggior parte dei casi non è così In tutti i casi, però, l’alimentazione gioca un ruolo molto importante per le patologie cutanee sia come supporto sia come elemento risolutivo.

I problemi di pelle del cane ( patologie cutanee canine) posso derivare da problemi all’interno dell’organismo o da fattori esterni



Tra i problemi interni  troviamo le malattie metaboliche,ovvero tutte quelle problematiche di un organo specifico(problemi alla tiroide, al fegato, ai reni)  oppure le allergie. In tutti e due i casi abbiamo una ripercussione sulla pelle del cane . In questi casi bisogna agire all’interno dell’organismo intossicato, depurarlo ai fini della guarigione ed identificare il problema reale tramite esami del sangue e test allergici che contrariamente a quel che si pensa non hanno costi esagerati e sono di gran lunga molto più risolutivi delle famose diete ad esclusione

Tra i problemi esterni troviamo tutti gli organismi che attaccano la stessa epidermide del cane, in particolare batteri, funghi e parassiti

. In questi casi l’intervento primario si fa con i farmaci, che prescrive il veterinario, il quale dopo aver fatto un piccolo esame citologico sulla pelle avrà identificato l’agente patogeno e con i farmaci  una volta ucciso lo stesso, che causa la dermatite, il problema si risolve, in questo caso l’alimentazione non può risolvere nulla.



L’alimentazione come terapia primaria della dermatite

Il caso in cui l’alimentazione può risolvere il problema di dermatite del cane da sola, senza aiuti esterni, è quello dell’allergia, detta nel caso specifico dermatite atipoca del cane.

Il problema in questo caso è molto semplice: il cane (per ragioni genetiche o per sensibilità acquisita) inizia a considerare nocivo, e a combattere, una sostanza, detta allergene, che nociva non è ma  il suo organismo la riconosce come tale e la combatte, attivando tutti i meccanismi dell’infiammazione e in particolare il rilascio di istamina enzima prodotto dal corpo in risposta agli allergeni , che ha azione vasodilatatoria.

L’istamina è un enzima che allarga i vasi della cute e fa diventare la pelle di colore rosso, facendo anche, a volte, cadere il pelo (nei casi più gravi).

Il rossore può essere  generalizzato tutto il corpo, o localizzato in alcune zone di piccola o medie dimensioni  che il cane si gratta o  lecca ( nel caso delle zampe ) per il fastidio.



In questi casi il problema potrebbe essere l’alimentazione, ma non è detto.

Il problema primario, quello che si deve escludere prima del cambio di alimentazione è Dermatite Allergica da Pulci ( DAP) ovvero allergia alle pulci.

Si risolve solo con prodotti specifici per allontanare le pulci in casi più gravi oltre al prodotto cutaneo il veterinario valuterà la somministrazione di pastiglie per la sterilizzazione delle femmine pulci e una cura antibiotica per risolvere l’infezione .

Solo dopo aver escluso la DAP si può iniziare a considerare l’alimentazione e le eventuali allergie o intolleranze.

L’allergia alimentare, è la reazione del corpo ad una proteina non tollerata per cui bisogna identificarla ed eliminarla ma non è detto che l’allergia sia determinata da una proteina infatti sempre più spesso , sia le persone che gli animali, risultano allergici agli acari DERRATE contenuti nelle farine che compongono gli alimenti industriali .

Questi acari sono circa 100 specie suddivisi in circa 23 famiglie il più comune sopra citato è definito l’acaro delle farine e purtroppo sopravvive sia alle temperature altissime che bassissime attacca i mangimi, i formaggi, i cereali in stoccaggio ed è la causa dei maggiori casi di allergia perchè attacca l intestino medio, proprio per questo motivo io consiglierei prima della dieta ipoallergenica ad esclusione che sia industriale o casalinga i test allergici alimentari ( e parlo con esperienza avendo avuto un cane allergico per molti anni … perché chi dice “a me non è mai successo o mente o non alleva …. )



Cos’ è l’alimentazione industriale ipoallergenica?

Ormai gli scaffali dei negozi per animali sono pieni i questi cibi ipoallergenici che sono semplicemente alimenti non medicine, bisogna saperli utilizzare e non è detto che il primo cambiamento di cibo ci porti realmente alla risoluzione del nostro problema . Gli alimenti ipoallergenici sono fatti per provare l’alimentazione per esclusione . In pratica se non sono state fatte le prove allergiche si cerca di eliminare un cibo piuttosto che un altro per arrivare a capire quali ingredienti non danno fastidio al cane, per cui faranno guarire la dermatite…. Per me che l’ho vissuto  un triste brancolare nel vuoto ….

Spiego con un esempio come funziona in modo piu comprensibile della teoria

Pallino è allergico al pollo e all’agnello, ma io non lo so: so solo che ha un’allergia a qualcosa. Per cui vado in un negozio di animali e scelgo un mangime ipoallergenico a caso, ad esempio contenente solo pollo e patate. Lo fornisco Pallino per un po’ e lui non migliora. Per cui, passato il tempo minimo necessario ( almeno 2 mesi!!!!) provo con un altro mangime esempio salmone e carote la dermatite migliora.

Dopo qualche mese decido di passare a agnello e pomodoro: la dermatite allergica torna allora passo a coniglio e zucchine: l’allergia scompare.

In questo modo ho capito che, sicuramente, pollo o patate, e agnello o pomodoro, sono due allergeni per Pallino, che dovrò evitare. Coniglio, zucchine, salmone e carote invece non gli danno nessun problema.

La prova si fa esattamente così, anche con l’ausilio dei mangimi confezionati ipoallergenici. Nessuno di questi mangimi, infatti, è miracoloso ma in ogni caso, anche se non richiedono ricetta questi mangimi vanno considerati una terapia, e bisogna evitare gli errori più comuni come:

Dare un mangime ipoallergenico per meno di due mesi. Le reazioni alla cute si manifestano (o smettono di manifestarsi) dopo molto tempo da quando l’allergene entra in circolo, motivo per cui non ha senso cambiare mangime prima cambiando senza motivo invalida la terapia.
Dare altre cose oltre al mangime. Il cane deve mangiare solo quello, perché se “allunghiamo” qualcosa da mangiare, o gli diamo la possibilità di mangiare alimenti di altri cani o dei gatti, mentre è in terapia, i risultati possono essere sfalsati (cioè il mangime per lui va bene ma l’allergia continua perché, nell’esempio precedente, ha mangiato pollo extra).
Una volta che la dermatite è scomparsa, non bisogna cambiare nuovamente ingredienti, perché torneremmo punto e capo.
Se il cane non trova neanche fra i mangimi ipoallergenici la soluzione alla dermatite probabilmente è allergico al famoso acaro delle farine di cui parlavo prima quindi l’unica soluzione resta l’alimentazione casalinga sempre sperando che nel frattempo le allergie non siano aumentate bisogna ripartire con l’alimentazione ad esclusione casalinga
L’alimentazione casalinga

L’alimentazione casalinga ipoallergenica segue gli stessi principi di quella confezionata, se non che gli alimenti sono più facili da controllare. Ovviamente, abbiamo molta meno variabilità nella scelta degli alimenti, oltre al fatto che i costi aumentano e soprattutto pensiamo che il corpo del nostro cane arriva molto provato ed in parte intossicato se questa è la nostra ultima scelta alimentare quindi non affidatevi al “fai da te” ma seguite per filo e per segno i consigli di esperti in nutrizione che ci indicheranno oltre alla proteina da inserire tutte le verdure adatte in base all’età e agli esami ematici del cane al nostro caso e gli eventuali integratori alimentari da inserire per bilanciare le vitamine e il rapporto calcio/fosforo molto importante nel cane.

Per esempio proviamo una alimentazione a base di carne di cavallo o maiale, l’organismo lo tollera bene, dobbiamo inserire frutta e verdura per i Sali minerali quindi si riparte con il brancare nel vuoto quale verdura gli andrà bene????

Gli  errori che abbiamo visto prima (alimentazione per minimo due mesi, evitare altri cibi, non cambiare dopo la scomparsa della dermatite) valgono anche in questo caso, oltre al fatto che bisogna aggiungere integratori , per evitare le carenze nutrizionali.

L’alimentazione casalinga di sicuro priva di additivi e coadiuvanti è più sana dei cibi preconfezionati ma se non gestita nel migliore dei modi e integrata correttamente potrebbe portare a carenze vitaminiche importanti



L’alimentazione nella dermatite esterna come terapia di supporto

Nei casi di dermatite esterna, l’alimentazione copre un importante ruolo di supporto.

La cute, come qualsiasi altro organo, va nutrita e preservata nel miglior modo possibile in modo tale da risultare sana e forte e in grado di potersi difendere dagli attacchi da agenti patogeni esterni

La debolezza della pelle favorisce l’instaurarsi delle infezioni

Ciò che non deve mancare nell’alimentazione del cane, sia essa industriale o naturale (oltre agli integratori di base per la dieta naturale) sono :

Gli acidi grassi Omega-3 ed Omega-6, che sono antinfiammatori naturali nutrienti per la cute. il normale olio di maisrigorosamente crudo aiuta ad avere una pelle più forte, che si vede prima di tutto dalla lucidità del pelo: il maggior ricambio della pelle supporta le difese immunitarie che agiscono contro gli agenti esterni.
Antiossidanti, vitamina E, zinco: si possono fornire alimenti ricchi di queste sostanze, come alcuni vegetali tipo le zucchine, o alimenti di origine animale come il fegato (solo una o due volte a settimana come spuntino fra un pasto e l’altro e non più di 10g/kg!!!!), la carne di manzo o di agnello.
Probiotici: sono batteri e si instaurano nell’intestino, producendo sostanze come gli antiossidanti che poi vengono assorbiti e hanno effetti benefici sulla pelle. Aiutano migliorando le difese cutanee e quindi a resistere alle infezioni, in commercio ne troviamo di vari tipi
Alimenti ricchi di silicio: il silicio rigenera la cute e le conferisce elasticità, in particolare al collagene sottocutaneo gli alimenti più comuni che ne contengono sono le  
Antiossidanti: di solito si trovano negli agrumi, quindi arancia e limone strizzati sul mangime possono sempre dare una mano al supporto delle patologie cutanee, le arance, i cani le mangiano anche fuori dai pasti, non sono calorici e comunque fanno sempre bene anche per la vitamina C
Questi consigli, che vanno chiaramente alternati tra loro, garantiscono un buon supporto in corso di patologie ma  sono un supporto, non una terapia: non si toglie la micosi se non con un antifungino, e nemmeno i batteri senza gli antibatterici ma naturalmente una buona alimentazione di supporto aiuterà una guarigione più veloce, senza questi accorgimenti ci sarà una guarigione più lunga, e si rischierà una ricaduta perché la pelle debilitata necessita più tempo per rigenerarsi

Questa voce è stata pubblicata il 22 ottobre 2017.

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